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lunedì, luglio 25, 2011

Il PD di Lastra a Signa vicino alla popolazione norvegese

Il Partito Democratico di Lastra a Signa è vicino alla popolazione norvegese e alle famiglie di tutti quei ragazzi, barbaramente uccisi, durante un meeting dei giovani del partito laburista.

Il sindaco di Oslo, Fabian Stang del Partito Conservatore norvegese, ha risposto così a chi gli chiedeva se la città aveva bisogno di un innalzamento del livello di sicurezza: «Non penso che la sicurezza possa risolvere i problemi. Dobbiamo insegnare di più il rispetto.»
Eskil Pederson, leader dei giovani laburisti norvegesi, ha rilasciato una bella intervista sull'Unità

Come forza riformista e democratica difendiamo e promuoviamo la tolleranza, la solidarietà ed il rispetto.
Aborriamo ogni forma di violenza.


Partito Democratico Lastra a Signa

martedì, luglio 19, 2011

Riduzione dei costi della politica. Le proposte del PD

Di fronte all’emergenza economica il Pd ritiene che la politica debba dare un contributo concreto di sobrietà e di responsabilità, lottando invece contro le concezioni demagogiche che rischiano di confondere tutto e non risolvere nulla

Di fronte all’emergenza economica il Pd ritiene che la politica debba dare un contributo concreto di sobrietà e di responsabilità, lottando invece contro le concezioni demagogiche che rischiano di confondere tutto e non risolvere nulla.

Per questa ragione il Pd ha da tempo messo a punto precise proposte e dato vita a concrete iniziative parlamentari sul tema dei costi della politica e delle riforme istituzionali. Al Senato ha anche presentato emendamenti alla manovra del governo insieme a Idv e Udc, misure che il governo e la maggioranza hanno respinto, impedendone l’approvazione, ma che restano validi punti di riferimento per gli interventi da realizzare.

- Riduzione numero dei parlamentari. Il Pd ha presentato da tempo diverse proposte di legge per ridurre entro la legislatura, il numero dei parlamentari e cambiare le funzioni del Senato. Per esempio, una Camera con 400 deputati e un Senato Federale con 200 senatori. E’ possibile calendarizzare già dal prossimo settembre il provvedimento volto alla riduzione dei parlamentari.

- Retribuzioni dei parlamentari. Il Pd punta a modificare la legge del 1965 che lega la retribuzione dei parlamentari alla retribuzione dei magistrati italiani, per scegliere un nuovo parametro. L’obiettivo è di allineare l’Italia alla media delle retribuzioni dei parlamentari degli altri paesi europei.

- Vitalizi. Con una decisione interna alla Camera e al Senato (gli organi costituzionali hanno un’autonomia decisionale sul proprio bilancio) il Pd propone di rivedere entro la legislatura i vitalizi dei parlamentari riportandoli al sistema previdenziale in vigore per tutti gli altri cittadini iscritti all’Inps.

- Risparmi e trasparenza su affitti e servizi. Il Pd propone di lavorare concretamente all’interno dei bilanci di Camera e Senato per ridurre la spesa collegata agli immobili (affitti), per dare trasparenza e risparmiare sui servizi offerti.

- Gli emendamenti al Senato. Con gli emendamenti alla manovra proposti anche insieme a Idv e a Udc il Pd punta inoltre ad alcune riforme capaci di dare un contributo importante al contenimento della spesa pubblica.

Tra queste proposte vi sono:
1. L’accentramento dei comuni più piccoli.
2. L’accorpamento delle province sotto i 500.000 abitanti (di fatto si arriverebbe ad un dimezzamento delle attuali province).
3. L’accorpamento delle società che fanno capo ai comuni (un comune non potrà avere più di una società: e così verrebbero meno migliaia di aziende, con i relativi consiglieri).
4. La totale incompatibilità dell’incarico dei parlamentari con qualsiasi altro incarico (sindaco, consigliere, presidente di provincia…).
5. Taglio delle auto blu e dei voli blu, limitandone l’uso a chi ne ha davvero bisogno.
6. Reintroduzione del tetto alla retribuzione dei manager pubblici


Queste proposte costituiscono un punto fermo del Pd, un patrimonio di iniziative sulle quali daremo battaglia e che il Pd si impegna a realizzare.

mercoledì, luglio 06, 2011

Abolizione delle province ed il PD

Non è facile prendere posizione sull’abolizione delle provincie e su quanto accaduto ieri in parlamento, dove  la Camera dei Deputati ha bocciato la proposta presentata dall’Italia dei valori per la soppressione delle Province (225 contrari, 83 voti favorevoli e 240 gli astenuti) e ha respinto il mantenimento del primo articolo del testo che cancellava le parole «le province» dal Titolo V della Costituzione.

Spiego la mia difficoltà a  prendere posizione nel merito di questo particolare contesto.

Credo che l’abolizione delle provincie sia una modifica molto importante per il nostro paese, che presenta delle potenzialità sotto l’aspetto amministrativo e dei grossi punti interrogativi soprattutto sulla ricollocazione sulle competenze, in questi anni volontariamente aumentate per complicare l'abolizione dell'ente.

Abolire le provincie (sono più di 100) cancellandole  dalla costituzione  senza prevedere come ripartire competenze e personale sia poco efficace, per non dire dannoso.
Alcuni compiti della provincia:
difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell'ambiente e prevenzione delle calamità;
tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche;
valorizzazione dei beni culturali;
viabilità e trasporti;
protezione della flora e della fauna, parchi e riserve naturali;
caccia e pesca nelle acque interne;
organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi delle acque e delle emissioni atmosferiche e sonore;
servizi sanitari, di igiene e profilassi pubblica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale;
compiti connessi alla istruzione secondaria di secondo grado ed artistica ed alla formazione professionale, compresa l'edilizia scolastica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale.

Di contro, in una logica di risparmio, sia economico che amministrativo, da più fronti ne viene  evidenziato la sua inutilità tanto da affermare  che comuni e Regioni siano sufficienti per l’amministrazione sul territorio. Ma nessuno in  questi anni, nonostante gli annunci ha messo mai mano a questa riforma.

Sicuramente sono un luogo che aggrava il cosiddetto  "costo della politica" , soprattutto perché  è diffusa l'dea che le province siano sempre più un enti "inutili".
Soprattutto quest’ultimo aspetto sta scatenando le ire dei cittadini italiani , almeno una parte di essi, che vedono nella scelta di ieri del PD  una volontà di salvaguardare la cosiddetta Casta!

Mi chiedo, è giusto abolire le provincie con una semplice norma (come  poteva succedere ieri) rischiando di andare incontro ad un problema istituzionale/amministrativo, oppure a prescindere dalle conseguenze era necessario dare un segnale al cittadino che il PD non difende le provincie per salvaguardare prioritariamente le poltrone dei suoi amministratori?

In entrambi casi non è facile spiegare la posizione e vista la scarsa fiducia degli italiani nella politica, si diffonderà velocemente l’equazione:  salvate le provincie = salvate le poltrone.
Ed il PD sarà ancora una volta il bersaglio preferito …..
E voi che ne pensate?
Io intanto aspetto al proposta di riforma promessa da Bersani.... ma si sbrighi a presentarla!!!!

Stefano Calistri