La lettera agli iscritti del Segretario Bersani per la festa del 25 Aprile.
Care iscritte, cari iscritti,
il 25 aprile noi italiani ricordiamo la liberazione dal nazifascismo e la resistenza di quanti lottarono anche a costo della vita per la libertà e la democrazia nel nostro paese. Se oggi noi viviamo in un mondo migliore lo dobbiamo anche a loro. Per queste ragioni, la celebrazione del 25 aprile per noi democratici non è un semplice rito, ma il momento in cui ciascuno rinnova l'impegno personale e collettivo per la difesa e lo sviluppo della democrazia in Italia e in Europa.
il 25 aprile noi italiani ricordiamo la liberazione dal nazifascismo e la resistenza di quanti lottarono anche a costo della vita per la libertà e la democrazia nel nostro paese. Se oggi noi viviamo in un mondo migliore lo dobbiamo anche a loro. Per queste ragioni, la celebrazione del 25 aprile per noi democratici non è un semplice rito, ma il momento in cui ciascuno rinnova l'impegno personale e collettivo per la difesa e lo sviluppo della democrazia in Italia e in Europa.
La ricorrenza del 2012 si presenta da
questo punto di vista ancora più significativa. Fin dall'inizio il Partito
democratico ha avuto l'ambizione di essere il partito della liberazione, della
Costituzione e della ricostruzione civile e democratica dell'Italia. Abbiamo
passato anni terribili. Il populismo ha governato il paese, portando l'Italia
sull'orlo del burrone. Noi abbiamo lottato contro questa deriva, chiamando
tutti alla riscossa civile, per riportare l'Italia nell'alveo del modello
europeo. A lungo siamo stati soli. Gran parte della classe dirigente sosteneva
Berlusconi e il suo populismo e chiudeva gli occhi di fronte alla realtà. Alla
fine i frutti dell'impegno del Pd sono arrivati, come dimostrano i risultati
delle amministrative e dei referendum del 2011, la caduta del governo
Berlusconi.
A un passo da una crisi devastante abbiamo
ottenuto l'uscita da palazzo Chigi di Silvio Berlusconi.
Il Pd si è impegnato, per la salvezza
dell'Italia, al sostegno del governo guidato da Mario Monti. Il compito di
un grande partito popolare e nazionale è di pensare prima all'Italia e poi ai
suoi interessi. L'eredità lasciata dal centrodestra è tuttavia pesante e
il senatore Monti ha dovuto prendere provvedimenti impopolari. Non tutte
le misure che sono state varate l'avremmo predisposte noi. Abbiamo avanzato
le nostre proposte e ottenuto anche alcuni importanti miglioramenti (dal
prelievo sugli esportatori di capitale che hanno sfruttato il condono di
Tremonti alla lotta contro l'evasione, alla difesa dell'articolo 18, fino
alla battaglia per il futuro degli esodati). Ma non dimentichiamo e non
permettiamo che si dimentichi che Monti è venuto non dopo i partiti, ma
dopo Berlusconi.
Siamo a un tornante storico. Ci troviamo a
vivere insieme la crisi economica più grave dal 1929 e la crisi politica
peggiore dal 1992, anno di Mani Pulite. In questo passaggio il Pd si è assunto
il compito di tenere in collegamento il governo con le esigenze sociali e
la sofferenza del paese. Il Pd vuole essere il motore che spinge l'Italia
ad arrestare il declino, a riprendere la crescita e, nello stesso tempo, il
partito che promuove una riforma profonda della politica, senza la quale
non può esservi una riscossa del paese.
In un momento così difficile per gli
italiani è indispensabile ridare un senso etico alla politica, far
capire che solo la buona politica può far uscire il paese dalle secche e
che nuove scorciatoie populiste, di qualsiasi segno, ci riporterebbero nel
burrone. I partiti, in primo luogo il Pd, devono dunque dare l'esempio, tirando
la cinghia e avviando un rinnovamento e un rafforzamento delle regole interne,
in modo da riavviare il cammino della democrazia.
Fin dall'inizio il Pd ha deciso di far
certificare i propri bilanci da una società esterna di revisione (la stessa che
certifica il bilancio della Banca d'Italia) ed ha proposto una legge per
applicare e regolare l'articolo 49 Roma, 24 aprile 2012 della Costituzione, in
modo da fissare norme precise per la vita interna e per la trasparenza dei
partiti politici, fondamentali in ogni democrazia occidentale. Non erano scelte
casuali, erano volute. Ma ora bisogna fare di più.
In questo ambito il Pd punta a una
immediata e profonda riforma del finanziamento pubblico, perché i partiti, se
devono assolvere al proprio compito democratico, non possono e non devono
vivere prigionieri dell'interessato sostegno del o dei miliardari.
In particolare, il Pd propone:
a) La certificazione dei bilanci dei partiti da parte di società esterne di revisione; il controllo da parte della Corte dei conti; la pubblicazione dei conti su internet.
b) Tetti drasticamente più stringenti per le spese elettorali, non riferibili solo al periodo immediatamente precedente il voto, imponendoli dove oggi non sono previsti e riducendoli dove sono già in vigore.
c) Il dimezzamento da subito, rispetto all'anno scorso, dell'ammontare complessivo del finanziamento pubblico ai partiti costruendo un sistema basato su due pilastri, secondo il modello tedesco:
a) La certificazione dei bilanci dei partiti da parte di società esterne di revisione; il controllo da parte della Corte dei conti; la pubblicazione dei conti su internet.
b) Tetti drasticamente più stringenti per le spese elettorali, non riferibili solo al periodo immediatamente precedente il voto, imponendoli dove oggi non sono previsti e riducendoli dove sono già in vigore.
c) Il dimezzamento da subito, rispetto all'anno scorso, dell'ammontare complessivo del finanziamento pubblico ai partiti costruendo un sistema basato su due pilastri, secondo il modello tedesco:
- un contributo fisso relativo al numero dei voti;
- un'agevolazione o una compartecipazione pubblica commisurata in base all'entità del finanziamento privato raccolto da ciascun partito. In proposito vanno ricordati due temi. Il primo: il Pd ha, fin dalla nascita, raccolto parte non irrilevante dei fondi con il tesseramento e con le feste democratiche, che per scelta politica il Pd lascia ai territori, con i contributi dei parlamenti e degli amministratori. Il secondo: il Pd ha girato una parte dei finanziamenti alle strutture regionali e continuerà a farlo anche nelle nuove e più stringenti condizioni. Con questo passaggio l'Italia resterà largamente al di sotto di quanto avviene in Germania, in Francia, in Spagna.
d) Il finanziamento privato deve essere
consentito solo per somme molto contenute e reso trasparente, in modo che i
cittadini possano controllare.
Il Parlamento oggi ha la possibilità di
varare in poche settimane sia le norme per regolare la vita interna dei
partiti, sia i drastici tagli e la riforma del sistema di finanziamento
pubblico. E' un contributo che la politica deve dare, oltre all'indispensabile
riforma della legge elettorale per consentire ai cittadini di scegliere i parlamentari,
alla riduzione del numero dei deputati e dei senatori e agli altri interventi
di rinnovamento istituzionale.
Il Pd prende l'impegno solenne a procedere
su questa strada e a incalzare le altre forze politiche, che devono abbandonare
posizioni di facciata per essere richiamate alla concretezza dei fatti e dei
tempi per ottenere risultati certi prima delle vacanze estive
Il Pd non da oggi ha ingaggiato la
battaglia per la ricostruzione civile e democratica dell'Italia, per uscire dal
populismo e tornare in Europa.
Oggi, 25 aprile, è il momento per rinnovare
quell'impegno. Lo prendo di fronte a voi che ogni giorno alimentate le
iniziative del partito. Chiedo a tutti forza e tenacia nel sostenere le ragioni
della buona politica, le stesse che hanno spinto ciascuno di noi a lavorare per
la democrazia e per il nostro paese.
Pier Luigi Bersani
Nessun commento:
Posta un commento