Anno dopo anno, la notizia del calo delle iscrizioni è
significativa, e dimostra che neppure tutti gli amministratori locali del
partito rinnovano velocemente la tessera.
Disattenzione? Sciatteria? Disorganizzazione? Forse un
po’ di tutto questo.
Certo il problema esiste, se pensiamo che le realtà partitiche
che precedevano l’attuale potevano contare su di un numero di tessere molto più
alto di quelle che sono state registrate dalla costituzione del PD nell’ottobre
2007. Altri tempi ovviamente. Sbaglieremmo però a pensare che la lentezza con
cui procede la campagna del tesseramento
dipenda dal nuovo corso del Pd. In realtà la militanza nel partito ha
cominciato a dare segnali di malessere “esistenziale” già da diversi anni.
Esaurito l’amalgama ideologico che per lunghi anni
aveva consentito il senso di appartenenza al partito come una sorta di fede
laica, occorreva porsi il problema di come motivare l’affiliazione partitica in
un contesto culturale nuovo.
Considerato poi che la spettacolarizzazione della
politica, avvenuta ad opera delle televisioni e dei nuovi media, ha fatto
diventare la politica stessa un bene di consumo ed ha contribuito a trasformare
la società civile in opinione pubblica, è evidente che anche il tema della
partecipazione politica debba sperimentare nuovi percorsi.
Chi frequenta i social network sa bene che c’è una
parte crescente di cittadini che ritiene che quelli siano i luoghi nuovi della
politica, dove la politica non solo la si partecipa ma la si fa. Questo a
prescindere dall’attuale Pd, visto che ai tempi delle precedenti segreterie
nella rete è nato il Movimento5S che ha raccolto alle sue prime elezioni il 25%
dei consensi, la metà dei quali probabilmente proveniente dalle varie sinistre istituzionali,
Pd compreso.
Ma analizzando i livelli più locali, la domanda che in
molti si sono posti è : Onestamente no: sono già
diversi anni in cui gli iscritti sono convocati solo in occasione dei
congressi. E allora perché ci si deve iscrivere? Le primarie per la scelta dei
candidati alle elezioni e dei segretari ai vari livelli del partito hanno
ulteriormente indebolito le ragioni della iscrizione.
In questi anni abbiamo sempre e solo messo una pezza, ma
non risolto il problema.
Per scongiurare un partito mero “comitato elettorale”,
va soddisfatta l’esigenza di pensare un modello che, senza vanificare
l’importanza della leadership, sia in grado di applicarla democraticamente, ma soprattutto sia in grado di
configurare una linea efficace di rappresentanza della comunità degli elettori.
Nel frattempo il tesseramento 2015 appena concluso, ha
visto un sostanziale mantenimento, a livello regionale come provinciale fiorentino,
del numero di tesserati rispetto all’anno precedente.
Certo ci sono delle distinzioni: Sesto e Campi sono
solo alcuni casi per i quali si possono individuare cause contingenti. A Sesto,
dopo le dimissioni forzate del sindaco, sfiduciato dalla propria maggioranza,
il partito democratico si è rimesso in moto e può contare su quasi 600 iscritti
in attesa a maggio delle nuove elezioni amministrative. A Campi la situazione è
diversa e i poco più di 300 iscritti indicano uno sforzo effettuato in corso
d’opera che ha dato frutti per un partito che evidenza, rispetto ad passato
recente, la necessità di rinnovarsi.
E Lastra?
La nostra cittadina si pone nel mezzo.
La chiusura di
un percorso politico, vedi il recente cambio di segreteria, comporta
necessariamente terreno da recuperare. I 140 iscritti (90% sul totale 2014 e 4%
rispetto agli elettori PD) rappresentano un bene prezioso su cui lavorare per
rilanciare l’attività, soprattutto quella di alcuni circoli che, di fatto, hanno completamente azzerato la propria
azione. Si pensi in particolare alla storica sezione di Tripetetolo che,
nonostante non abbia mai fatto grandi numeri (pur presenti nel circolo Arci più
popolato della provincia) può contare, per l’anno passato, su meno di 20 associati.
Questa prospettiva è ancora più necessaria se teniamo
conto della scelta di alcuni tesserati, componenti della direzione o del
passato consiglio comunale, che per ragioni legate alla politica “alta” decidono
di non rinnovare la fiducia al progetto politico che ai loro occhi ha imboccato
una involuzione inaccettabile.
La notizia che il tesseramento 2016 è già iniziato (come è normale che sia ad inizio anno) grazie
ad un’accelerazione nelle procedure del livello provinciale, non aiuterà a
superare le indecisioni e le resistenze. Perché questo avvenga non è certo
sufficiente un processo organizzativo, ma è necessario costruire contenuti che
coinvolgano nella quotidianità e convincano in concretezza per il prossimo
futuro.
L’appuntamento è fissato per il prossimo mese: quando,
partecipando ad un evento su temi di attualità o ritrovandoci per un aperitivo,
ci incontreremo per confrontarci sulle ragioni delle nostre scelte.
Perché?
Semplice. Anche
a Lastra esiste, al momento, un solo modo per
cambiare il partito democratico, e il suo corso: non uscirci ma entrarci.
Nello
Ciletti
Segreteria
PD Lastra - Responsabile Organizzazione