Il
19 febbraio scorso ho avuto l’occasione, della quale ringrazio il segretario
comunale, di partecipare insieme a molti altri, eravamo più di un centinaio,
come rappresentante del PD del comune di Lastra a Signa al Seminario che si è
tenuto a Firenze dal titolo “LE RAGIONI DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE IL SÌ CHE CAMBIA
LE COSE” tenuto dal Prof. Carlo Fusaro, notissimo costituzionalista italiano, la
definirei quindi un’occasione
interessante e ghiotta.
La
prima cosa che ho pensato mentre andavo al seminario, era relativa alla tematica
trattata che immaginavo approfondita in modo verboso e pesante, ricordando le
tediose lezioni di educazione civica che abbiamo sopportato nei vari gradi
dell’istruzione obbligatoria, nelle quali già alle elementari ci insegnavano la
complessa struttura dello Stato italiano. In effetti una delle questioni
veramente ostiche, che è rimasta tale sino alla fine delle scuole superiori, era
proprio capire la differenza tra Camera e Senato perché ci sembravano, scusate
la semplificazione, la stessa cosa, se non per il fatto che, per votare i
senatori, si devono avere 25 anni compiuti. Negli anni successivi, ovviamente
un po’ di chiarezza è arrivata, anche se una certa foschia è rimasta comunque,
una sensazione di fondo di aver a che fare con uno sdoppiamento delle camera.
Sono rimasta quindi sorpresa quando Carlo Fusaro ha esordito in modo diretto,
raccontando che, nel corso di una sua ricerca, leggendo i discorsi tenuti dai
padri costituenti alla presentazione della costituzione nel 1947, aveva riscontrato
che già nutrivano dubbi sul modello di parlamento che prevedeva le due camere
sul quale, infine, avevano trovato un accordo (tra l’altro una proposta che la
commissione incaricata fece all’Aula nel gennaio del ’47 prevedeva proprio un
“Senato” composto da rappresentanti dei consigli regionali). In effetti Fusaro specifica molto chiaramente, anche se
di per sé poco importante, che in nessun paese del mondo il parlamento ha
questa struttura, con due diverse assemblee, entrambe elette direttamente che
fanno le stesse cose. Questa riforma è partita da lontano, non ero ancora
maggiorenne, quando già se ne parlava, credo che siano passati una trentina di
anni, non mi sembra una genesi affrettata, tutt’altro, anche l’attuale percorso
è durato quasi tre anni, e tutte le proposte di riforma fallite fino ad ora, hanno
puntato ad una differenziazione tra Camera e Senato.
I
cittadini saranno chiamati quindi, il prossimo ottobre, a contribuire a questa
riforma votando al referendum confermativo della riforma costituzionale
approvata dal governo. Non trattandosi di un referendum abrogativo ma
confermativo non è previsto un quorum, non esiste quindi la possibilità di non
“sentirsi all’altezza” di decidere, come ad esempio per i referendum abrogativi
con quesiti tecnici come quello appena passato. Il cittadino si dovrà
esprimere, come già successo in passato, su una tematica di fondamentale
importanza quale la modifica della nostra costituzione che richiede una legittimazione
popolare. La riforma interviene sulla seconda parte della costituzione quella
che si occupa dell’organizzazione dei poteri pubblici, la prima parte quella
dei principi fondamentali non è stata toccata (salvo una modifica all’Art. 48) e,
nei 45 articoli toccati dalla riforma dopo
le variazioni di Camera e Senato, la modifica sostanziale in quasi tutti gli
articoli riguarda il cambiamento del senato.
Vediamola
sinteticamente nel dettaglio:
- riforma del parlamento: trasformando il senato
in un’assemblea di rappresentanza di Comuni e Regioni molto più contenuta
(95 membri VS 315 attuali);
- ai governi basterà la fiducia della sola Camera;
- rafforza il governo con corsie preferenziali su
provvedimenti legislativi di interesse nazionale;
- rafforza la partecipazione attraverso iniziativa
popolare e referendum;
- elimina l’incongruenza democratica di una
seconda camera con i poteri della prima alla cui elezione però non
partecipano i cittadini tra 18 e 25 anni;
- cancella il riferimento alle province;
- abolisce il CNEL ( Consiglio Nazionale
dell’Economia e del Lavoro)
- ridisegna i rapporti fra stato e regioni dando
più potere legislativo allo stato, più influenza di regioni e Comuni sullo
stato attraverso il nuovo “senato”;
Ci
troveremo a breve, come ulteriore preziosa occasione di confronto, a
contribuire ad organizzare e a partecipare, anche sul nostro territorio
comunale, ai comitati per il Sì; i comitati saranno semplicemente aperti a
tutti, a tutti quelli che sosterranno questa posizione attraverso una mobilitazione
trasversale, come indicato chiaramente anche dal segretario del PD Toscano Dario Parrini.
In
rete è possibile trovare le modifiche articolo per articolo, addirittura
commentate da vari specialisti, non mi dilungo sull’approfondimento che ognuno
può fare sviluppando le tematiche di interesse personale.
Vi
lascio in ultimo una riflessione, la nostra generazione e l’attuale governo si
prenderanno la responsabilità di una scelta, che le generazioni e i governi
precedenti non hanno voluto compiere, io sono pronta e mi sento sulle spalle la
responsabilità di scegliere per la mia comunità.
Gisella Lucchese
Segreteria PD Lastra a Signa – Responsabile Formazione
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