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venerdì, aprile 22, 2016

La Riforma e il Referendum Costituzionale

Il 19 febbraio scorso ho avuto l’occasione, della quale ringrazio il segretario comunale, di partecipare insieme a molti altri, eravamo più di un centinaio, come rappresentante del PD del comune di Lastra a Signa al Seminario che si è tenuto a Firenze dal titolo “LE RAGIONI DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE IL SÌ CHE CAMBIA LE COSE” tenuto dal Prof. Carlo Fusaro, notissimo costituzionalista italiano, la definirei  quindi un’occasione interessante e ghiotta.
La prima cosa che ho pensato mentre andavo al seminario, era relativa alla tematica trattata che immaginavo approfondita in modo verboso e pesante, ricordando le tediose lezioni di educazione civica che abbiamo sopportato nei vari gradi dell’istruzione obbligatoria, nelle quali già alle elementari ci insegnavano la complessa struttura dello Stato italiano. In effetti una delle questioni veramente ostiche, che è rimasta tale sino alla fine delle scuole superiori, era proprio capire la differenza tra Camera e Senato perché ci sembravano, scusate la semplificazione, la stessa cosa, se non per il fatto che, per votare i senatori, si devono avere 25 anni compiuti. Negli anni successivi, ovviamente un po’ di chiarezza è arrivata, anche se una certa foschia è rimasta comunque, una sensazione di fondo di aver a che fare con uno sdoppiamento delle camera. Sono rimasta quindi sorpresa quando Carlo Fusaro ha esordito in modo diretto, raccontando che, nel corso di una sua ricerca, leggendo i discorsi tenuti dai padri costituenti alla presentazione della costituzione nel 1947, aveva riscontrato che già nutrivano dubbi sul modello di parlamento che prevedeva le due camere sul quale, infine, avevano trovato un accordo (tra l’altro una proposta che la commissione incaricata fece all’Aula nel gennaio del ’47 prevedeva proprio un “Senato” composto da rappresentanti dei consigli regionali). In effetti  Fusaro specifica molto chiaramente, anche se di per sé poco importante, che in nessun paese del mondo il parlamento ha questa struttura, con due diverse assemblee, entrambe elette direttamente che fanno le stesse cose. Questa riforma è partita da lontano, non ero ancora maggiorenne, quando già se ne parlava, credo che siano passati una trentina di anni, non mi sembra una genesi affrettata, tutt’altro, anche l’attuale percorso è durato quasi tre anni, e tutte le proposte di riforma fallite fino ad ora, hanno puntato ad una differenziazione tra Camera e Senato. 
I cittadini saranno chiamati quindi, il prossimo ottobre, a contribuire a questa riforma votando al referendum confermativo della riforma costituzionale approvata dal governo. Non trattandosi di un referendum abrogativo ma confermativo non è previsto un quorum, non esiste quindi la possibilità di non “sentirsi all’altezza” di decidere, come ad esempio per i referendum abrogativi con quesiti tecnici come quello appena passato. Il cittadino si dovrà esprimere, come già successo in passato, su una tematica di fondamentale importanza quale la modifica della nostra costituzione che richiede una legittimazione popolare. La riforma interviene sulla seconda parte della costituzione quella che si occupa dell’organizzazione dei poteri pubblici, la prima parte quella dei principi fondamentali non è stata toccata (salvo una modifica all’Art. 48) e, nei  45 articoli toccati dalla riforma dopo le variazioni di Camera e Senato, la modifica sostanziale in quasi tutti gli articoli riguarda il cambiamento del senato.
Vediamola sinteticamente nel dettaglio:
  • riforma del parlamento: trasformando il senato in un’assemblea di rappresentanza di Comuni e Regioni molto più contenuta (95 membri VS 315 attuali);
  • ai governi basterà la fiducia della sola Camera;
  • rafforza il governo con corsie preferenziali su provvedimenti legislativi di interesse nazionale;
  • rafforza la partecipazione attraverso iniziativa popolare e referendum;
  • elimina l’incongruenza democratica di una seconda camera con i poteri della prima alla cui elezione però non partecipano i cittadini tra 18 e 25 anni;
  • cancella il riferimento alle province;
  • abolisce il CNEL ( Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro)
  • ridisegna i rapporti fra stato e regioni dando più potere legislativo allo stato, più influenza di regioni e Comuni sullo stato attraverso il nuovo “senato”;

Ci troveremo a breve, come ulteriore preziosa occasione di confronto, a contribuire ad organizzare e a partecipare, anche sul nostro territorio comunale, ai comitati per il Sì; i comitati saranno semplicemente aperti a tutti, a tutti quelli che sosterranno questa posizione attraverso una mobilitazione trasversale, come indicato chiaramente anche dal segretario del PD  Toscano Dario Parrini.
In rete è possibile trovare le modifiche articolo per articolo, addirittura commentate da vari specialisti, non mi dilungo sull’approfondimento che ognuno può fare sviluppando le tematiche di interesse personale.
Vi lascio in ultimo una riflessione, la nostra generazione e l’attuale governo si prenderanno la responsabilità di una scelta, che le generazioni e i governi precedenti non hanno voluto compiere, io sono pronta e mi sento sulle spalle la responsabilità di scegliere per la mia comunità.

Gisella Lucchese

Segreteria PD Lastra a Signa – Responsabile Formazione

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