Sono passati poco più di 8 anni dalla nascita del Partito Democratico e in
troppi ancora si attardano a leggerlo come una fusione (a freddo) dei due
partiti che maggiormente avevano segnato le vicende politiche dell'Italia dal
dopoguerra.
Una lettura sbagliata e maliziosa, utile per non lasciare spazio ad una
esperienza innovativa, capace di dare risposte alle sollecitazioni del domani,
del dopodomani, del futuro.
La storia va sempre studiata, per arricchire conoscenze e stimolare il confronto. Il passato, invece, non può essere una zavorra quando si tratta di volgere lo sguardo verso orizzonti da esplorare.
Dopo otto anni il Partito Democratico è adulto e non vuole più le briglie di chi lo ha generato. Tanti dirigenti, tra i meno giovani, non provengono da alcuno di quei due partiti. Altrettanti, tra le nuove generazioni, hanno visto nel PD una novità per la quale valeva la pena di provare e di credere.
Il PD è rimasto l'unica forza politica che, orgogliosamente, conserva nel nome la parola Partito ed agli elettori chiede fiducia per i valori che lo caratterizzano, per l'organizzazione capillare sul territorio, per il suo gruppo dirigente che sa guardare avanti con fiducia.
Lo Statuto (articolo 1, punto 7) afferma: "Il Partito Democratico propone un programma di governo per l'Italia e si impegna a realizzarlo in maniera coerente, nel riconoscimento dell'autonomia delle istituzioni.......".Una precisa indicazione ad assumersi responsabilità di Governo ed a non limitarsi alla denuncia, alla mobilitazione, alla testimonianza.
La storia va sempre studiata, per arricchire conoscenze e stimolare il confronto. Il passato, invece, non può essere una zavorra quando si tratta di volgere lo sguardo verso orizzonti da esplorare.
Dopo otto anni il Partito Democratico è adulto e non vuole più le briglie di chi lo ha generato. Tanti dirigenti, tra i meno giovani, non provengono da alcuno di quei due partiti. Altrettanti, tra le nuove generazioni, hanno visto nel PD una novità per la quale valeva la pena di provare e di credere.
Il PD è rimasto l'unica forza politica che, orgogliosamente, conserva nel nome la parola Partito ed agli elettori chiede fiducia per i valori che lo caratterizzano, per l'organizzazione capillare sul territorio, per il suo gruppo dirigente che sa guardare avanti con fiducia.
Lo Statuto (articolo 1, punto 7) afferma: "Il Partito Democratico propone un programma di governo per l'Italia e si impegna a realizzarlo in maniera coerente, nel riconoscimento dell'autonomia delle istituzioni.......".Una precisa indicazione ad assumersi responsabilità di Governo ed a non limitarsi alla denuncia, alla mobilitazione, alla testimonianza.
Dopo le
elezioni del febbraio 2013, il Partito Democratico non si è tirato indietro,
accettando di guidare Il Paese in coalizione con altre forze politiche così
lontane dal nostro sentire. Dal Presidente Napolitano una precisa indicazione: "Riformare
l'Italia per rilanciarla nel contesto Internazionale."
Un obiettivo
strategico che richiedeva determinazione e speditezza.
Solo con la
nascita del Governo Renzi ha preso avvio un convinto processo di riforme, che
in poco più di due anni ha visto approvate la Riforma Elettorale, la Buona
Scuola, il Jobs Act, la riforma della Pubblica Amministrazione, la legge sulle
Unioni Civili, nuove regole per il Terzo Settore e, la più importante, la
revisione della Carta Costituzione (nella parte che non tocca i principi).
Una azione
di Governo che, seppure in coalizione, si è mantenuta ancorata ai principi e ai
valori fondativi del Partito Democratico, sempre indirizzata a ricercare
soluzioni possibili per tutti i cittadini, con particolare attenzione ai più deboli ed esposti.
Qui sta la
forza del Partito Democratico. Una forza politica vicina alla gente, che
raccoglie istanze e le indirizza verso le Istituzioni, che sostiene le azioni
del Governo anche quando rischia l'impopolarità.
Oltre al Governo del Paese,
amministriamo la maggioranza di Regioni, Grandi Città e Comuni, dando prova di
buongoverno e di coerenza rispetto ai programmi elettorali.
Il Partito Democratico di Lastra a Signa sta dando prova di come sia possibile coniugare l'iniziativa politica del partito con l'attività dell'Amministrazione Comunale.
Proprio sui temi locali, l'Assemblea dell'Unione Comunale si confronta con il Sindaco e la Giunta sui passaggi più significativi dell'azione amministrativa, mantenendo invariati i rispettivi campi di intervento.
Un breve pezzo di strada già percorso, incamminati verso un futuro sempre più a portata di tutti, anche dei meno fortunati.
Ugo Bercigli
Il Partito Democratico di Lastra a Signa sta dando prova di come sia possibile coniugare l'iniziativa politica del partito con l'attività dell'Amministrazione Comunale.
Proprio sui temi locali, l'Assemblea dell'Unione Comunale si confronta con il Sindaco e la Giunta sui passaggi più significativi dell'azione amministrativa, mantenendo invariati i rispettivi campi di intervento.
Un breve pezzo di strada già percorso, incamminati verso un futuro sempre più a portata di tutti, anche dei meno fortunati.
Ugo Bercigli
Presidente dell’ Assemblea PD Lastra
a Signa
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